Domenica al Museo è l’apprezzatissima iniziativa del Ministeri per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo che, ogni prima domenica del mese, apre gratuitamente al pubblico i luoghi della cultura dello Stato: siti archeologici, musei, giardini monumentali, parchi, compresi i siti di interesse mondiale (UNESCO).
L’iniziativa, rivelatasi un successo (i dati su affluenza e bigliettazione danno ragione al MiBACT), non investe direttamente i siti di interesse culturale delle amministrazioni locali, la cui adesione è soltanto volontaria. Questo significa, ad esempio, che in una città come Roma la prima domenica del mese si entra gratis a Castel Sant’Angelo ma si paga il biglietto d’ingresso ai musei Capitolini o ai Mercati di Traiano. Ciò non toglie che Roma sia stata la città maggiormente beneficiata dall’iniziativa, grazie alla ricchissima presenza di siti, molti dei quali gestiti direttamente dalle Sovrintendenze o dal Ministero. Insieme a Roma ne ha beneficiato tutta la Regione, anch’essa molto ricca di presenze archeologiche e storiche di primissimo ordine: la lista dei siti del Lazio aderenti alla Domenica al Museo è, infatti, molto lunga.
Noi te ne proponiamo 5 che meritano una gita fuori porta.
Necropoli Etrusca della Banditaccia – Cerveteri
La cittadina di Cerveteri è circondata da 450 ha di necropoli etrusche, con migliaia di tombe che vanno dall’età del bronzo alla dominazione romana: se l’intera area fosse musealizzata, sarebbe di gran lunga la più vasta area archeologica del pianeta. Nella realtà soltanto 10 ha della Necropoli della Banditaccia sono aperti al pubblico: un’area comunque vasta e molto interessante, perché ricca di tombe decorate che coprono tutto l’arco storico della popolazione etrusca.
Ostia Antica
Visto che Cerveteri non ce l’ha fatta, è l’area archeologica del porto dell’Antica Roma il sito più grande del mondo, con i suoi 150 ha di superficie. Anche se formalmente è ancora Comune di Roma, Ostia è un po’ una città a parte ripesto alla Capitale, con la quale è collegata dalla via del Mare / via Ostiense e dalla Freccia del Mare, il trenino che congiunge Piramide con la fine della Cristoforo Colombo: la comodo fermata Ostia Antica permette di raggiungere l’area archeologica con i mezzi.
Palazzo Farnese – Caprarola
Nel punto più alto del piccolo borgo di Caprarola si erge dominante Palazzo Farnese. L’edificio nasce a metà del ‘500 come fortezza, ma nel corso della sua erezione è stato rimodellato in modo per diventare una elegante dimora gentilizia. Il risultato è quello di una grandiosa ed elegante dimora d’età manierista che poggia su una potente pianta pentagonale, testimonianza del progetto originario. Le sale interne sono riccamente affrescate (interessantissima la sala del mappamondo, che riporta il Nuovo Mondo scoperto in quegli anni)
Oriolo Romano – Palazzo Altieri
Nel cuore di Oriolo Romano, piccolo borgo della Tuscia meridionale, si erge Palazzo Altieri, altro interessante esempio del manierismo italiano di fine ‘500. L’edificio ha subito vari rimaneggiamenti, a partire dall’originario palazzo eretto dagli Orsini, fino a prendere e sembianze attuali durante il dominio della famiglia Altieri. E’ un palazzo-villa tipico dell’epoca, in cui non manca il giardino all’italiana annesso. Gli affreschi interni sono di buona fattura, alcuni dei quali attribuiti a Taddeo Zuccari e alla sua scuola. Interessante la galleria dei papi, una raccolta di ritratti di pontefici da San Pietro a Benedetto XVI: alcuni portano la firma di Caravaggio, Tiziano e Raffaello.
Antichissima Città di Sutri
L’età romana incomincia presto nell’area di Sutri, subito dopo la conquista di Veio, la prima città etrusca caduta per mano di Roma. La presenza romana ha lasciato tante testimonianze, stratificate lungo l’arco temporale che va dalla medie Repubblica al tardoantico. Le più impressionanti sono raccolte nel Parco urbano dell’antichissima Città di Sutri: dall’anfiteatro interamente scolpito nel tufo, caratteristica unica nel suo genere, alla vasta necropoli rupestre scavata nel tufo. La chiesa della Madonna del Parto, anch’essa scavata nel tufo, nasconde al suo interno un mitreo.