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Il fenomeno mobbing sul posto di lavoro non risparmia la Puglia

Credevamo di averla scampata, che negli uffici pubblici e privati pugliesi non fosse presente il detestabile fenomeno del mobbing, invece con nostro grande rammarico ci siamo dovuti ricredere.
Il mobbing sul posto di lavoro è un atteggiamento scorretto, nocivo, e ovviamente malsano che sempre più spesso trasforma il luogo di lavoro in un inferno per le vittime, che spesso subiscono vere e proprie molestie psichiche e fisiche.

Il mobbing è un fenomeno da denunciare e arginare.

Si tratta infatti di una seria di comportamenti violenti, lesivi, perpetrati da parte di superiori o colleghi nei confronti di un lavoratore che ne subisce le conseguenze spesso in odo passivo.

Al pari del reato di stalking, l’illecito del mobbing puù essere riscontrato allorquando tali comportamenti vessatori si dimostrino prolungati nel tempo e lesivi della dignità personale e professionale (oltre che della salute psicofisica) del soggetto vittima.

L’investigatore privato funge da valido alleato, per le vittime, al fine di ottenere prove concrete ed inconfutabili, nonché legalmente valide, del danno ricevuto.

In Puglia sono sempre più numerose le vittime che trovano il coraggio e la forza di denunciare questi veri e propri “bulli troppo creciuti” (non picologicamente si intende), anche grazie all’aiuto delle agenzie investigative che offrono servizi ecifici per affrontare tali contesti, come la Iuris Investigazioni, che gentilmente ci ha fornito alcune nozioni utili sull’argomento oggetto di questo articolo.

Il termine mobbing deriva dall’inglese “to mob”, che significa una “folla grande e disordinata”, nella sua accezione negativa, ossia come “mucchio selvaggio”, “gang violenta”, quindi legato principalmente ad azioni di disordine o sommossa.
Fu l’etologo Lorenz ad usare questo termine per la prima volta, negli anni settanta, per descrivere il comportamento di alcune specie animali, le quali circondano in gruppo un proprio simile e lo assalgono rumorosamente per allontanarlo dal branco.

Un termine che evidentemente ben si addice a descrivere quella che spesso è la realtà di alcune vittime del mobbing, li dove il branco di umani è rintracciabile nell’’insieme dei soggetti (evidentemente poco inclini al rispetto del prossimo e delle regole del vivere civile) coalizzati contro la vittima stessa, oppure omertosi, neutrali rispetto al comportamento scorretto degli attori coinvolti e, soprattutto, indifferenti al dolore del collega vittima dei soprusi.

In generale infatti, il mobbing, consiste proprio nel vessare il dipendente o il collega tramite metodi di violenza psicologica o fisica, ciò al fine di indurre la vittima ad abbandonare il posto di lavoro, anziché ricorrere al licenziamento e ai costi che deriverebbero da questa azione.

Le agenzie investigative pugliesi ricevono sempre più spesso incarichi legati alla piaga sociale del mobbing, dato assolutamente negativo se rapportato ad un modello occidentale di società civile che si autoproclama quale “esempio” per altri modelli meno sviluppati e addirittura fonte di ispirazione.

Abbiamo chiesto all’investigatore privato cosa comporta l’essere vittima del mobbing, quali siano le principali umiliazioni alle quali la vittima viene sottoposta.

Ci ha risposto che gli atti vessatori sono innumerevoli e difficili da elencare tutti, ad esempio lo svuotamento delle mansioni del soggetto, che inizia a sentirsi inutile e rifiutato dal resto della squadra, oppure i continui rimproveri da parte dei suoi colleghi più anziani o i suoi superiori (spesso inopportuni ed immotivati da errori o mancanze).
Questi ed altri atteggiamenti vengono perpetrati con chiara finalità vessatoria, tale da ledere gravemente la vittima, e spesso per il solo fine di provare un malsano senso di superiorità nel farlo.

Il mobbing è un fenomeno da contrastare con ogni mezzo possibile, presente su tutto il territorio nazionale e, certamente, in tutto il mondo.
Il fatto che nel 2021 si parli ancora di mobbing come un problema reale e contemporaneo è motivo di vergogna per quelle Nazoni (come la Repubblica Italiana) che si proclamano patria di democrazia, giustizia e libertà.