La cartella esattoriale è uno strumento attraverso il quale la pubblica amministrazione italiana attiva un procedimento di riscossione coatta di credito vantato nei confronti del contribuente.
Detto in termini semplici: se dovete dei soldi allo Stato siate pur certi che prima o poi questo li esigerà… e spesso ci andrà giù pure pesante!
Ragion per cui, lasciare che le cartelle esattoriali si accumulino o far passare sotto silenzio le ingiunzioni di pagamento non è mai cosa saggia…
Molto meglio chiedere il parere di un avvocato tributarista, che fornisce consulenza in materia di imposizione, e se del caso si occupa delle questioni contenziose avanti alle Commissioni tributarie o avanti all’agenzia delle entrate.
E poiché arrivare ad un processo è sempre una rogna, è molto meglio decidersi a chiedere questa consulenza quando i tempi sono ancora favorevoli.
Dove e come farlo?
Da oggi è possibile adoperare http://avvocatitributaristi.com/, il nuovo sito specializzato che permette di ottenere le informazioni di cui si necessita tramite la compilazione di un form, che permette di ottenere risposte gratuitamente.
I partner di questa piattaforma affrontano problematiche delle seguenti fattispecie:
- La dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti
- La dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici
- La dichiarazione infedele
- L’omessa dichiarazione
- L’emissione di documenti per operazioni inesistenti
- L’occultamento o distruzione di documenti contabili
- L’omesso versamento IVA
- L’indebita compensazione
- La sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte
- La trasmissione di atti o documenti falsi.
Si tratta di tutte le tipologie di reati tributari dei quali è possibile macchiarsi.
Qualora si sia accusati di uno di questi reati, o si sia stati lesi da un soggetto che se n’è reso attore, è necessario farsi seguire da un avvocato tributarista a Milano nel corso di un processo penale tributario.
Anche perché le pene previste per questi reati non sono affatto risibili.
Ad esempio, per i primi due tipi di dichiarazione è prevista la pena della reclusione da 1 anno e 6 mesi a 6 anni; per la dichiarazione infedele la pena prevede la reclusione da uno a tre anni; per entrambe le omissioni di dichiarazione è stabilita la galera da un anno e 6 mesi a 4 anni; qualora si eluda il versamento dell’IVA si viene puniti con la reclusione da 6 mesi a 2 anni; e così via.
Spesso è poi prevista la confisca per equivalente, vale a dire il sequestro di denaro o beni corrispondente al profitto del reato. E anche nl caso in cui si tratti di beni acquistati dall’indagato/imputato in epoca antecedente all’entrata in vigore della legge che ha esteso tale misura al suddetto reato (si parla infatti di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente).
E per di più il patteggiamento per i reati tributari può essere richiesto solo quando il debito tributario sia stato pagato.
Insomma, lungi dall’essere “reati minori”, i delitti fiscali vanno affrontati con la medesima solerzia, esperienza e velocità di tutti gli altri cimini…