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Storia della plastica, dal design degli anni ’60 al riciclaggio moderno

Un po’ di storia delle materie plastiche

Da quanti anni la plastica fa parte del nostro stile di vita?
La plastica è entrata nelle nostre case non solo con normali oggetti od utensili, soprattutto da cucina, ma anche con oggetti di arredamento e design, basti pensare ad esempio alle sedie in plastica su cui ci sediamo tutti i giorni.

Sedute che nel secolo scorso manco si sognavano, oggi vengono sfornate tramite stampaggio grazie a stampi per materie plastiche per ogni esigenza, con mille forme e colori richiesti dal mercato.

La vera rivoluzione della plastica si è avuta negli anni ’50 quando è partita la vera plastik revolution, con la scoperta del polipropilene da parte di Giulio Natta, un ingegnere chimico di Bergamo, insignito poi del premio Nobel nel 1963 per le sue scoperte.
Il polipropilene è la plastica che oggi conosciamo tutti, un materiale resistente ma economico, sfruttabile per molti usi, compresa l’industria automobilistica.

La plastica è stata tra i protagonisti indiscussi della Pop Art, degli anni 60 e dell’avvento di un personaggio come l’eclettico Andy Warhol, ed in Italia si è scatenato in quel periodo una fervida caccia alle migliori idee del design moderno.

Ancora oggi quel periodo è ricordato un po’in tutto il mondo come gli anni d’oro del design italiano.
Il made in Italy è partito infatti da li, da quel fervore di artisti e designer che hanno fatto della plastica un materiale perfetto per complementi d’arredo e non solo, cambiando in parte anche le abitudini degli italiani.

Il design italiano degli anni ’50

In Italia c’è sempre stato il gusto per il design, la nostra è da sempre terra di idee e rivoluzioni scientifiche, e l’invenzione della plastica ha rafforzato in quegli anni questa leadership.

Uno degli storici marchi italiani del periodo è sicuramente Kartell, che produceva oggetti frutto di una costante ricerca del moderno e tecnologica.

Inizialmente producevano semplice oggettistica in serie, poi capirono il potenziale artistico e di design di questo materiale, andando perciò a collaborare con designer di fama mondiale.
Ad esempio possiamo citare Marco Zanuso, Antonio Citterio, Piero Lissoni, Philippe Starck.

I favolosi anni sessanta sono il punto più alto del gusto stilistico, sia come uso dei colori dai toni forti ma anche per alcune forme innovative, oggetti che oggi sono diventati di culto, e alcuni si trovano ancora nei mercatini vintage.

Il design nelle case degli anni 60 partiva anche dalla tinteggiatura delle pareti con colori sgargianti, e tutti ricorderemo i pavimenti a quadrati bianchi e neri a disegnare una scacchiera moderna, e l’arredamento ne seguiva il design con mobilio dalle forme strane e futuristiche, spesso arrotondate.

Vi ricordate i frigoriferi degli anni ’60?
Probabilmente i più famosi sono quelli dei film americani, che rappresentavano la nuova rinascita economica dopo la seconda guerra mondiale, ed anche i frigoriferi richiamavo quelle forme arrotondate e colori sgargianti della Pop Art.

Nel 1966 nacque dallo stampaggio della plastica uno degli oggetti più di culto del periodo, il mangiadischi.
Tutto nacque da un idea di Mario Bellini su richiesta dell’azienda Irradio, e quell’idea geniale si trasformò in un boom di vendite, per proseguire poi negli anni con i suoi successori, dal Fonorette al Pop, per arrivare poi al mitico Penny, uno dei mangiadischi più venduti.

Dalla plastik revolution al riciclaggio

Dopo anni di uso e abuso delle materie plastiche il mondo si è all’improvviso svegliato sommerso di vecchi oggetti che non deperiscono ed inquinano, motivo per cui si è dovuti ricorrere al riciclaggio della plastica.

Oggi un oggetto in plastica ha un suo ciclo di vita fatto si di uso, ma anche di riuso, in una sorta di ciclo circolare senza fine, dove gli oggetti “abbandonati” vengono riciclati e riutilizzati andando a formare quello che viene chiamato R-PET, cioè una specie di pellet in plastica riciclata usata per produrre nuovi oggetti d’arredo o componentistica industriale.

Oggi la sostenibilità ambientale deve fare da punto di riferimento per tutti i settori industriali, dalla produzione e uso di energie rinnovabili all’uso di materiali riciclabili, motivo per cui per la plastica oltre a ricorrere al riciclaggio si sono studiati e prodotti anche nuovi materiali, come le bioplastiche create da fonti vegetali.

Infine, uno sguardo al presente ma anche al futuro è dato dallo stampaggio di oggetti plastici tramite stampanti 3D, con le quali si possono stampare piccoli e grandi oggetti in plastica, R-PET e bioplastiche.