Per combattere le calvizie e il disagio psicologico che può apportare, oggi ci si può affidare a delle tecniche innovative. La tricopigmentazione è una soluzione non invasiva che disegna un effetto rasato di alto livello utilizzando i pigmenti naturali.
Purtroppo moltissime persone scambiano questa tecnica per il tatuaggio tradizionale, ed è un grave errore. Vediamo insieme le differenze e qual è il ruolo del tecnico tricopigmentista.
Differenze tra tricopigmentazione e tatuaggio
Quando si parla di tatuaggi ci si riferisce ad ogni tipo di trattamento che riguarda l’introduzione di pigmenti, all’interno di una parte del corpo. Per questo motivo spesso e volentieri si fa confusione su quello che rappresenta la tricopigmentazione e un tatuaggio tradizionale.
La tecnica della tricopigmentazione è molto particolare nonché innovativa. È stata studiata per dare alle persone un effetto rasato completamente naturale, ad effetto infoltimento. Non è una soluzione invasiva e su questo sito si possono approfondire opinioni nonché valutare quale sia la tecnica più adatta.
Si ricorda che il tatuaggio è una tecnica artistica atta a creare illustrazioni e/o scritte sul corpo con inchiostri non biorassorbibili. Pigmenti, tecnica e macchinari utilizzati per il tatuaggio tradizionale non sono i medesimi della tecnica di tricopigmentazione. Il suo scopo principale è quello di ricreare sulla cute la presenza del capello con simulazione dell’effetto rasato (o infoltimento).
Le tecniche prevedono, entrambe, l’introduzione di pigmenti atossici che abbiano colorazioni differenti e composizioni studiate ad hoc. Il pigmento viene inoculato attraverso la cute al di sotto dell’epidermide da un professionista certificato, con una formazione riconosciuta per la tecnica che deve utilizzare.
Anche per questo motivo è bene evidenziare che, il tricopigmentista e il tatuatore tradizionale, sono due figure completamene differenti con uso di applicazione e strumentazione totalmente diverse.
Cosa fa il tecnico tricopigmentista
Nel momento in cui si decide di avvalersi alla tecnica della tricopigmentazione, la persona interessata incontrerà un tricopigmentista. Lo stesso procederà con una valutazione e analisi teorica, prima di procedere con la tecnica in base alle esigenze specifiche.
Il tecnico riproduce il cuoio capelluto in maniera non invasiva, utilizzando dei punti di colore non invasivi. Questi sono studiati per ricreare e simulare la ricrescita dei capelli realistica al 100%.
Le sue sono competenze di alto livello proprio perché sarà in grado di valutare soggetto, necessità e come svolgere la sua tecnica all’interno del derma del cuoio capelluto. La strumentazione che viene utilizzata dal tecnico è un dermografo studiato appositamente per trattare il cuoio capelluto.
In questo caso l’ago è sottile atto a penetrare sulla parte superficiale del derma: il rilascio di pigmento è controllato e sempre uguale. Il disegno risulterà così essere preciso e micro, restando inalterato nel tempo senza alcun allargamento o viraggio.
La tecnica che si usa per la tricopigmentazione è studiata da esperti del settore. Si attueranno una serie di movimenti dell’ago reticolati per risultare realistici e duraturi nel tempo.
Chi sceglie la tricopigmentazione per lavorare esteticamente sulla calvizie, diradamento e cicatrici deve sempre tener presente di avvalersi solo di operatori certificati. Gli specialisti operano in strutture qualificate e solo con tecnici tricopigmentisti: diffidare da operatori estetici, trucco permanente o tatuatori generici per questo tipo di attività specifica.