L’avviso di giacenza di atti giudiziari comunica che un ufficiale giudiziario o un postino hanno tentato di consegnare a un soggetto dei documenti riguardanti una causa civile, penale o amministrativa mentre questi non era in casa.
Quando il destinatario rientra a casa e trova l’avviso di giacenza, generalmente si preoccupa e pensa al peggio, ovvero a multe per violazioni del Codice della Strada, a cartelle esattoriali o anche ad atti giudiziari.
Poiché sono proprio gli atti giudiziari ad essere i più temuti, dal momento che possono notificare delle citazioni in giudizio, prima di allarmarsi è bene controllare i codici identificativi riportati dell’avviso, per tentare di capire chi abbia spedito la raccomandata o il plico.
Cosa significa avviso di giacenza?
Se il postino o un ufficiale giudiziario non riescono a consegnare direttamente al destinatario una raccomandata o un atto giudiziario, non possono semplicemente lasciare i documenti nella cassetta delle lettere come la normale corrispondenza, e ciò perché tali importanti documenti devono essere correttamente notificati all’interessato, pena la nullità legale degli stessi. Infatti è necessaria anche una prova valida e tangibile della consegna o del tentativo effettuato.
Ed è proprio con questa finalità che l’avviso di giacenza viene lasciato nella cassetta delle lettere del destinatario: l’avviso può avere le sembianze di un cartoncino colorato o, oggi più frequentemente, di uno scontrino, e comunica che i documenti sono in attesa di essere ritirati.
Come capire di cosa si tratta
Dato che in passato gli avvisi di giacenza consistevano in dei cartoncini di vari colori, proprio a seconda del colore si poteva individuare il mittente:
- il cartoncino verde indicava la notifica di atti giudiziari
- il cartoncino bianco notificava la giacenza di tutte le altre comunicazioni: lettere, contestazioni, pagamenti, diffide e così via.
Tuttavia i cartoncini sono stati rimpiazzati da un semplice scontrino bianco, sul quale sono riportati un codice identificativo e l’ufficio presso il quale effettuare il ritiro. Anche in questo modo, comunque, è possibile riuscire a capire chi è il mittente. In primis, se su di esso è riportata la dicitura “atti giudiziari” si tratta sicuramente di una notifica da parte del tribunale o di un avvocato eseguita per mezzo dell’ufficiale giudiziario. Se invece sullo scontrino è riportata la dicitura “Messo comunale”, potrebbe trattarsi di una multa o di una cartella di pagamento inviata dall’Agente della Riscossione.
Anche le prime cifre del codice identificativo possono aiutare a carpire informazioni circa il mittente e la tipologia della comunicazione:
- le cifre 05 indicano una raccomandata veloce, e dunque potrebbe notificare la disdetta di un contratto, una domanda di partecipazione per un concorso e comunicazioni simili, che vengono così trasmesse per fare in modo che siano tracciabili
- le cifre 12, 13, 14 e 15 indicano una raccomandata indescritta, anche detta semplice, che viene consegnata entro 4 o 6 giorni e può contenere una fattura, un sollecito di pagamento, una diffida, una comunicazione da parte del proprio datore di lavoro ecc. Si tratta di comunicazioni formali ma non di cartelle esattoriali o notifiche legali
- le cifre 75, 76, 77, 78 e 79 indicano i temuti atti giudiziari, ovvero multe, citazioni in giudizio o controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate
- le cifre 608 e 609 indicano atti della pubblica amministrazione, ossia del Comune o altri enti pubblici
- le cifre 612, 614 e 0693 indicano documenti da parte di istituti di credito, che riguardano conti correnti, mutui o finanziamenti in atto
- il 665 indica sinistri e assicurazioni e dunque informazioni concernenti incidenti stradali e risarcimento danni
- le cifre 670, 671 e 689 indicano cartelle di pagamento da parte dell’Agenzia Entrate Riscossione
- le cifre 63, 65, 630 e 650 indicano atti dell’INPS, che potrebbero essere comunicazioni riguardanti la pensione o alle visite mediche per ottenere l’invalidità e altri accertamenti
Nel caso il destinatario temporeggi per timore o perché vuole indagare sulla natura delle notificazioni in giacenza, non deve superare i termini previsti dalla legge, ovvero:
- 30 giorni per le raccomandate;
- 180 giorni per documenti afferenti a processi civili, penali o amministrativi.
In caso contrario, la lettera sarà restituita al mittente per “compiuta giacenza”, dando luogo a tutte le azioni previste.
In ogni caso, con il decreto Concorrenza approvato ad agosto 2017, a Poste Italiane è stata conferita l’esclusiva sulla notifica di atti giudiziari e multe, e ciò vuol dire che è possibile ricevere una multa anche da un servizio di poste private o da un corriere. Perciò ogni società avrà i propri codici di raccomandata per distinguere le multe dalle comunicazioni di altra natura: per questo motivo è diventato impossibile stabilire una regola generale che valga per tutti.