Aziende

Quali sono le principali differenze tra la cessione attività commerciale e ramo d’azienda

La cessione di un’attività commerciale è fondamentale per la determinazione del regime fiscale che è possibile applicare all’operazioni e le relative norme.

Insieme ad Immobiliare 2000 agenzia leader di compravendita attività commerciali a Bologna andremo a vedere insieme la differenza tra la cessione di un’attività commerciale ed il ramo d’azienda!

 I diversi modi in cui un’azienda può essere definita

Pariamo dalla definizione di azienda, anche se oggi le definizioni sono molteplici ed il Codice civile dice cosa rappresenta, quindi: materiali organizzati e l’insieme di beni ed esistono norme speciali e orientamenti differenti che delineano un significato poco chiaro e coinciso.

Ma una tale varietà di definizioni come ci si può immaginare crea problemi interpretativi quando si parla di cessione di un’attività commerciale, dei rapporti giuridici e di un suo ramo.

Che cos’è il ramo d’azienda

Il ramo d’azienda secondo l’articolo contenuto nel Codice civile è definito come un’articolazione autonoma di un’attività ben organizzata e identificata come tale nel momento in cui la stessa viene venduta.

 

Le norme che si riferiscono a tale definizione sono relative alla cessione di rama d’azienda che sono le medesime che si riferiscono alla cessione d’azienda sia per quanto riguarda i termini di successione e per la responsabilità attribuite al cedente su i debiti che appartengono all’impresa commerciale appena ceduta.

 

Come anticipato se si cambia l’oggetto di cessione si cambia anche il sistema di norme a cui deve essere sottoposto, in particolar modo nel caso di successione in maniera automatica del cessatore verso i contratti di debito e di lavoro.

 

Se si cede un’attività commerciale o un ramo d’azienda che cosa avviene?

Avendo stabilito sin dal principio una precisa distinzione tra ciò che si ha intenzione di trasferire, l’azienda o un solo ramo, si procederà con il definire la tipologia di cessione.

 

Fatta questa importante distinzione dipendono di conseguenza alcune decisioni da prendere:

 

  • Ilregime fiscale: sarà possibile applicarlo in modo differenziato in base alla scelta della cessione azienda o dei singoli beni; nel primo caso l’impresa sconterà l’imposta di registro, mentre nel caso di cessione invece ci sarà solo l’impostazione dell’IVA.
  • La successione dei contratti: in caso di cessione di un’attività commerciale avverrà un trasferimento automatico senza avere l’autorizzazione dell’accettazione.
  • La successione debiti: la successione dei debiti nei confronti delle pubbliche amministrazioni, lavoratori che rimangono antecedenti rispetto alla cessione ed in caso di vendita dell’azienda dovrà rispondere il cessionario in concorso.
  • Licenze e autorizzazioni amministrative: le medesime non sono trasferibili in modo automatico ma sono soggette a voltura in caso di cessione aziendale.

 

Quando si mescolano le carte

Succede in molte occasioni che in alcuni capi di azienda sfruttino la cessione della propria attività o solo di un ramo della stessa sulla base di alcuni vantaggi che possono trarre, non tenendo in considerazione quello che realmente sarà l’operazione.

Può capitare che dietro ad una fase di cessione di un’attività commerciale ci sia solo il trasferimento di beni singoli, come i lavoratori, in questo modo si evita di chiedere loro il consenso.

Un altro caso invece è quando la cessione dei singoli beni sia definita cessione dell’impresa, per diminuire ad esempio il carico fiscale in generale per evitare di trasferire effetti poco piacevoli come debiti aziendali.

I soggetti che sono coinvolti in una cessione di questo genere potremmo definirle “mascherate”, possono però richiedere un adeguamento del contratto.

Potrebbero chiedere una riqualificazione del contratto solo i lavoratori, l’amministrazione o i creditori ma d’altronde come abbiamo anticipato all’inizio le leggi non sono completamente chiare e quindi contrasta l’abuso di forme negoziali e con finalità esclusive.