Il vetro oggi è ovunque. Questo materiale comunissimo ma speciale, resistente ma fragile, delicato ma affidabile, ha dalla sua millenni di storia. Oggi il vetro è di uso comune e lo diamo per scontato, sia in casa per l’uso di tutti i giorni sia nelle industrie, dove vengono prodotti contenitori di vetro per uso farmaceutico (leader nel campo è la Softsystem S.R.L.) o alimentare.
Qualunque sia l’uso che abitualmente fate del vetro, diamo uno sguardo alla sua interessante storia, che risale fin dall’alba della civiltà umana.
La storia del vetro
La storia della lavorazione del vetro risale ad almeno 3.600 anni fa in Mesopotamia. Altre prove archeologiche suggeriscono che il primo vetro sia stato prodotto nella costa settentrionale della Siria, o in Egitto (fonte). I primi oggetti in vetro conosciuti risalgono alla metà del 2000 a.C., ed erano perline, forse inizialmente create come sottoprodotti della lavorazione dei metalli (scorie) o durante la produzione della maiolica.
Nel frattempo, lo sviluppo della tecnologia del vetro in India potrebbe essere iniziato nel 1730 a.C. Nell’antica Cina invece, la lavorazione del vetro ebbe un inizio più avanzato rispetto alla ceramica e alla lavorazione dei metalli.
Europa medievale
Da tutto l’ex impero romano, gli archeologi hanno recuperato oggetti in vetro utilizzati in contesti domestici, industriali e funerari.
Dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente, nel Nord Europa nacquero tecnologie indipendenti per la produzione del vetro. Nell’isola di Torcello, vicino a Venezia, sono stati ritrovati oggetti in vetro del VII e VIII secolo, importante collegamento tra l’epoca romana e la successiva importanza di Venezia nella produzione del materiale. Intorno all’anno Mille si ebbe un’importante svolta tecnica nel Nord Europa, quando il vetro soda, prodotto da ciottoli bianchi e vegetazione bruciata, fu sostituito dal vetro ricavato da un materiale molto più facilmente reperibile: la potassa ricavata dalle ceneri del legno. Da questo momento in poi, il vetro nordeuropeo differiva notevolmente da quello prodotto nell’area mediterranea, dove la soda rimase di uso comune.
Fino al XII secolo il vetro colorato – vetro a cui erano state aggiunte impurità metalliche per la colorazione – non era molto utilizzato, ma divenne rapidamente un mezzo importante per l’arte romanica e gotica. Quasi tutte le testimonianze si trovano negli edifici delle chiese, ma il vetro colorato è stato utilizzato anche in grandiosi edifici.
L’XI secolo vide l’emergere in Germania di nuovi modi di produrre lastre di vetro, soffiando all’interno di apposite sfere e ruotandole l’esterno per formare dei cilindri, che poi venivano tagliati ancora caldi. Questa tecnica fu perfezionata nella Venezia del XIII secolo, e venne utilizzata fino alla metà del XIX secolo. In questo processo, il soffiatore di vetro fa girare circa 4 kg di vetro fuso all’estremità di un’asta fino a quando non si appiattisce in un disco di circa 1,5 m di diametro, che poi viene tagliato in riquadri.
Il centro della produzione vetraria italiana di lusso del XIV secolo era l’isola di Murano, dove si svilupparono molte nuove tecniche. Murano divenne il centro di un redditizio commercio di esportazione di stoviglie, specchi e altri oggetti. Ciò che rendeva significativamente diverso il vetro di Murano era che i ciottoli di quarzo locale erano quasi pura silice e venivano macinati in una sabbia fine e chiara che veniva combinata con carbonato di sodio ottenuto dal Levante, di cui i veneziani detenevano il monopolio esclusivo.
Il vetro così ottenuto, più trasparente e più fine, veniva poi colorato in due metodi: il primo prevedeva l’uso di un colorante naturale macinato e fuso con il vetro, l’altro prevedeva la produzione di un vetro nero che, se tenuto alla luce, mostrerà il vero colore che darà a un altro vetro quando verrà usato come colorante.
La capacità veneziana di produrre questa qualità superiore di vetro diede alla città un vantaggio commerciale rispetto agli altri produttori. La reputazione di Murano come centro per la produzione del vetro nacque quando la Repubblica di Venezia, temendo che il fuoco potesse bruciare gli edifici in legno della città, ordinò ai vetrai di trasferire le loro fonderie a Murano nel 1291. I vetrai di Murano divennero presto i cittadini più importanti dell’isola. Per legge non potevano lasciare la Repubblica, ma in molti corsero il rischio e aprirono forni nelle città circostanti, e persino in Inghilterra e nei Paesi Bassi.
Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/History_of_glass