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Luca Tridente e le figurazioni di colore

Luca Tridente, l’artista

Luca Tridente è un artista contemporaneo che potremmo definire terapeutico. Nelle opere pittoriche che compongono le Figurazioni di colore, le tinte si stagliano sul film della nostra vita, laddove ci giochiamo l’unicità del viaggio interiore. Ognuno nella propria tensione psicologica può agganciare un significato alle sue Figurazioni e trarne giovamento. Scopri tutte le sue figurazioni da https://www.artsail.art/it/artista/luca-tridente-2099

Luca Tridente, la vita dell´artista

Nasce a Torino il 20 maggio del ´68, dove inizia tra la dolcezza delle colline e il rigore della città, la sua poesia degli opposti. A 13 anni dipinge a carboncino il primo autoritratto con il suo cane. Cresciuto tra creta e colori apprende l’arte dal padre scultore. Lo spinge a fare la scuola per geometri, imponendogli più tardi anche la Facoltà di Ingegneria.

Quando scappa da quel mondo che non gli appartiene per niente, si iscrive a Psicologia e riprende finalmente in mano i pennelli. Dopo anni di gavetta e ricerca artistica vince il Premio della Critica al Festival dei due mondi di Spoleto. Da lì in poi si apre un cammino evolutivo di mostre internazionali e un prestigioso contratto con la famosa galleria di Bologna, Wikiarte.

Cosa caratterizza le sue opere

Nelle Figurazioni di colore le tinte non sono mai di troppo e ci invitano a non fuggire dall’originale che pulsa in noi. La tavolozza essenziale riporta a galla i nostri spettri sul bianco lattiginoso del gesso come in un grande inconscio collettivo.

La sua formazione psicoanalitica dà alle sue opere il compito primordiale del viaggio interiore. I segni e i simboli stagliati sul bianco arcaico della materia grezza ci portano a una contemplazione terapeutica. La sua doppia anima si rivela dal basso, dalle croste e dai cromatismi. I contrasti e le configurazioni visive si lasciano interpretare, come segni di oggetti nel mondo e così come per magia riescono ad abbattere la dualità cosmica per riportarci all’Uno.

Le sue Figurazioni di colore

Le figure semplici di Luca Tridente il gallo, le persone, il cuore, il toro, orchestrano un contatto fisico familiare che ci fa accettare il doppio. La realtà sociale rappresentata nelle Figurazioni di colore non ci indica la strada, e neanche i titoli dei suoi quadri pieni di doppi significati. La solitudine che ci sbatte in faccia è l’unica maniera che offre per curare la nostra doppiezza. I colori scarni e le sabbie cristallizzate sembrano sfuocate in un velo di mistero e ci tengono in bilico tra sogno e realtà, senza però allontanarci dall’essenza. Immersi in noi stessi in una contemplazione interattiva, la volontà di cambiare si risveglia e l’istinto della nostra anima prende il sopravvento. La formula magica dei suoi colori plasma il ritratto di una società inerte.

La folgorazione arriva di fronte ai quadri, quando le solitudini curate dai segni simbolici prendono coscienza che non sono più necessarie. L’artista-psicologo ci invita a rinascere. Un fuoco sfuocato che ci chiama a partecipare della realtà circostante. È difficile portare a casa la pelle nel brodo primordiale della malinconia, ma Luca Tridenti ci insegna che a volte la solitudine può portare a sensazionali forme di liberta´.Le Figurazioni di colore prima della rivelazione sembrano affogarci nella materia. Le sofferenze collegate da un cordone di luce fluida, ci invitano ad essere attraversate e non rifuggite.
Le sue opere sono empatiche, e narrano i tempi moderni con una compassione così grande da contenere le solitudini di ognuno. Finalmente le mescolanze dell’Io non battono più nel petto come parti separate di noi.

Prendiamo coscienza che l’opera come l’uomo è divisa in due. La doppia gestualità della sua arte curativa ci trasforma, ci cambia pur lasciandoci noi stessi.

Il processo artistico di Luca Tridente ci vuole dire che è difficile tuffarsi nel corpo e nello spirito senza salvagente.

Le sue sedute psicanalitiche trasferite nei quadri, sono boe di salvataggio per tutti quelli che hanno il coraggio della trasformazione. Perché attorno al nero più scuro delle nostre ombre batte sempre una tavolozza speciale di colori.Il suo alfabeto artistico è vibrante e piatto, ma così raffinato da suggestionare il nostro mondo inconscio, con la stessa efficacia delle ombre nella caverna di Platone.

I suoi ambienti pittorici stanno al nostro servizio psichico, per allenarci a entrare e uscire dal non luogo dell’anima, dove non esiste né tempo, né spazio.

Sdoganiamo allora le nostre dualità, ringraziamo l’artista e prepariamoci a vincere o a perdere con accettazione le nostre nuove battaglie interiori.Sfaccettato e onirico come la nostra anima, ci dà la spinta propulsiva per sopravvivere alla piattezza della società.

È in quell’attimo d’illuminazione davanti ai suoi quadri, che si rigenera lo spirito immortale dell’uomo. Mille vite scorrono nel film dell’umanità, da una cinepresa veicolata da tutti i cuori che battono all’unisono.