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Lavoro nero in Italia: infortuni e mobbing le problematiche maggiori

In Italia la problematica dei lavoratori che eseguono mansioni e differenti incarichi senza un adeguato contratto, colpisce molte regioni. L’associazione CGIA, è un’organizzazione sindacale che si fa promotrice di battaglie a tutela e sostegno del lavoratore autonomo e imprenditoriale contro il lavoro nero.

La stessa CGIA sottolinea, tramite il proprio ufficio studi, che la tematica del lavoro sommerso nel nostro Paese è una piaga che frena l’intera crescita economica. Nonostante la legge preveda pesanti sanzioni, questo fenomeno è in continuo aumento.

Come accennato, un problema che colpisce da Nord a Sud e che in alcune regioni è molto più presente. Molti giovani dopo il periodo degli studi devono fare i conti con il mondo del lavoro, e spesso si imbattono in mansioni senza nessuna copertura.

Non avendo tutele e coperture previdenziali previste dalla legge, il lavoratore rischia di passare moltissimi guai, quindi, come suggeriscono diversi esperti come quelli dello Studio Legale Le Foche di Latina, avvalersi di un avvocato può aiutare a sistemare la situazione se si è vittima di lavoro nero e ottenere anche un eventuale risarcimento.

Garantire un salario minimo sembra non essere il solo problema quando si lavora senza un contratto regolare.

Gli infortuni e il mobbing, ad esempio, sono i guai che maggiormente stanno nascendo in questi ultimi tempi e che più di altri si verificano molto spesso in un ambiente di lavoro nero. Andiamo ad approfondire queste due differenti situazioni.

Infortunio sul lavoro: il lavoratore in nero viene comunque indennizato

Molto spesso si scoprono posizioni di lavoro in nero quando accadono infortuni. Quando si verificano casi come questi è frequente che ci sia uno stato di omertà, dove il datore di lavoro cerchi di convincere l’interessato a non denunciare l’accaduto per ovvi motivi.

Il lavoratore deve comunque denunciare l’incidente perché avrà le giuste tutele previste dall’Inail in caso di infortunio.

 Infatti, il lavoratore potrà avere una retribuzione sostitutiva in caso di malattia professionale o infortunio, ma dovrà segnalare all’Inail tutte le informazioni riguardanti l’infortunio stesso, tra queste ci sono:

  • luogo dell’infortunio;
  • data e ora;
  • persone presenti e testimoni;
  • circostanze dell’infortunio;
  • incarico del lavoratore;
  • documentazione medica che approvi l’infortunio.

Ci sono situazioni dove l’Inail non risarcisce come quei casi dove gli infortuni non superano i tre giorni di prognosi, oppure quelli dove il lavoratore simula o fa in modo di aggravare l’infortunio.

Bisogna precisare però che qualora ci fosse una denuncia di un rapporto irregolare da parte del lavoratore, prima che l’Inail corrisponda l’indennizzo ci saranno accertamenti da parte degli ispettori Inail per verificare la veridicità di quanto denunciato.

Il mobbing: la persecuzione sull’ambiente di lavoro

Questa parola inglese è la traduzione di molestia o persecuzione in italiano. Consiste in comportamenti vessatori o avvilenti prolungati nel tempo, da parte del datore di lavoro o di superiori nei confronti del lavoratore.

L’obiettivo di questo comportamento è isolare il lavoratore, metterlo ai margini e spingerlo al licenziamento. Per esempio, alcuni di questi comportamenti tra i più pesanti che sono stati riscontrati nei casi di mobbing sono:

  • sovraccarico di lavoro;
  • minacce;
  • offese e denigrazione;
  • ambiente di lavoro ostile;
  • terrorismo psicologico;
  • molestie sessuali.

Non è facile denunciare questo comportamento perché spesso chi lo adotta usa atteggiamenti differenti tra loro, quindi attestarne le prove risulta difficile.

Nel caso di una posizione di lavoro nero, chiaramente, per il lavoratore che la subisce è molto difficile potersi difendere.

Se in una situazione di lavoro regolare affidarsi a organi sindacali o legali è la strada giusta, nella posizione sommersa è facile intuire che il lavoratore non ha molte vie a cui affidarsi per mantenere il proprio posto.

L’obiettivo di chi usa questa tecnica non è solo quello di mettere in condizione il lavoratore di lasciare il proprio posto, ma un comportamento di soggezione in modo che il lavoratore non chieda la regolarizzazione del rapporto di lavoro, o il pagamento di tutti gli stipendi, ad esempio, sono le motivazioni che aiutano il datore di lavoro a mantenere questa situazione irregolare nel tempo a proprio piacimento.

Il mobbing può causare malattie professionali con veri e propri stati di depressione. Per non arrivare a compromettere la propria salute, il consiglio è quello di affidarsi a uno studio di avvocati professionisti che tutelano e aiutano a capire bene cosa si debba fare in questi casi, come degli avvocati del lavoro.