Le fiere di settore sono una vera opportunità di business oppure una spesa inutile per le aziende?
La risposta, come spesso capite è: dipende.
È vero molte fiere hanno ridotto nel tempo sia il numero di visitatori che di espositori, tendenzialmente non è colpa loro, se vogliamo parlare di colpe, ma dalla enorme mole di informazioni che oggi la rete mette a disposizione.
Aziende piccole, medie o grandi che siano, mettono online una quantità di informazioni che i potenziali visitatori delle fiere possono consultare liberamente dal proprio ufficio o comodamente sul proprio divano senza dover investire qualche giorno di lavoro e viaggio per trasferirsi dalla propria città alla sede dell’evento.
Per questo motivo gli stessi organizzatori degli eventi stanno combattendo questo fenomeno proponendo sempre di più una serie di attrattive uniche, come workshop, seminari, congressi, generano proposte di interattività sempre più spinta, attività che possono quindi essere svolte essenzialmente solo direttamente in fiera e non davanti a un computer.
Di pari passo la comunicazione è sempre più spinta andando ad ingaggiare il potenziale pubblico direttamente su quei canali dove oggi è più presente, per creare il più alto livello di attrattiva possibile che possa creare uno zoccolo duro, un target ben profilato e molto più di qualità seppure in quantità minore rispetto al passato.
Ma spesso il successo e il fallimento della partecipazione a un evento fieristico non è colpa degli altri ma propria, scegliere la fiera sbagliata, pensare che tutto il pubblico sia in target, impegnarsi senza avere una strategia precisa di azione, muoversi completamente al buio, non è un errore di altri, ma proprio.
Anche se i numeri delle fiere dicono che ci sono dei cali, ciò non giustifica un approccio statico e poco progettuale, avere una forte strategia, oggi, è ancora più importante per massimizzare i risultati.
Un’azienda che seriamente vuole sfruttare un evento fieristico come vera opportunità di business deve avere un piano strategico basato su 3 punti chiave: Promozione, Presenza in Fiera, Interazione.
La promozione serve per annunciare al pubblico potenziale che l’azienda parteciperà alla fiera specifica presentando prodotti o servizi esclusivi in anteprima o dando la possibilità di testarli, provali, deve essere una promozione mirata a ottenere un primo obiettivo: portare interesse verso l’evento e verso la propria azienda.
Sfruttare tutti i canali social e touchpoint aziendali, sfruttare la propria banca dati, la propria newsletter, mandare inviti fisici direttamente ai potenziali visitatori, è sicuramente uno dei modi più efficaci per avere un ritorno sull’investimento e portare pubblico direttamente all’evento.
La presenza in fiera è ancora più importante per non disperdere lo sforzo fatto in fase di promozione, al di la delle progettazione dell’allestimento fieristico che deve seguire determinate regola, non è qui però che ne parlerò, il modo di comportarsi all’interno dello stand è fondamentale per applicare la strategia di marketing fieristico.
Bisogna dare un impatto positivo, dimostrarsi capaci e professionali, mai lasciarsi prendere dalla noia, fare domande, intrattenere e creare interesse e interazione con le persone e il pubblico dell’evento, per questo è bene scegliere persone che abbiano una buona capacità di entrare in empatia con gli altri.
Interagire è fondamentale, se non si entra in contatto con i partecipanti, lo spazio dell’azienda rimane vuoto, nessuno può provare, toccare, avere o richiedere informazioni sui prodotti e servizi aziendali, interagire sfruttando i gadget, regali, sondaggi, sistemi multimediali e quant’altro possa permettere di creare un contatto con il pubblico è il lavoro più importante da concretizzare per ottenere risultati.
Grazie all’interazione si possono raccogliere dati, informazioni di contatto, mettere le basi per proficue partnership o sviluppi futuri del proprio business.
La fiera diventa una spesa intuile per le aziende che non si approcciano con una strategia strutturata, con un piano di azione preciso e dettagliato, se non si sceglono gli eventi giusti o le persone giuste, se lo stand in fiera non fa differenza con tutti gli altri, se non si gestisce il contatto con il pubblico, prima, durante e dopo.
Il risultato finale non può quindi essere valutato prima, ma può essere condizionato dalle azioni aziendali, lasciando perdere le colpe di altri.