Sofia Roka nasce ad Atene, in Grecia, dove ha sempre vissuto, circondata dalle bellezze e dalla grazia della cultura ellenica. È ingegnere civile, insegna Kundalini Yoga (pratica basata sullo sviluppo e l’internalizzazione di un’energia puramente femminile, chiamata appunto energia Kundalini) e, da che ricorda, si è sempre dedicata alla pittura.
Di tutti i modi in cui è possibile definirla, tra tutte le professioni che svolge, quella di pittrice è di gran lunga la sua preferita: non vede altro modo di descriversi, soprattutto non vede altro modo di essere.
Nel suo futuro vede sé stessa dipingere: non c’è un’altra idea in cui riuscirebbe a figurarsi, quello è il suo mondo, la sua vita, e da che ricorda tutto è sempre stato incentrato su quest’arte; questa è la sua priorità, il motore della sua esistenza.
Negli ultimi quindici anni Sofia Roka ha realizzato più di 400 opere d’arte, molte delle quali si trovano a pieno diritto in casa dei legittimi proprietari, che hanno avuto l’occasione di ammirarle e successivamente di acquistarle.
Sofia crea le sue opere in un modo decisamente non convenzionale; essa non si pone disegni prestabiliti, non immagina la sua arte in un modo definito prima di iniziare a dipingere: semplicemente si posiziona davanti alla tela bianca e crea. Stende il colore senza nessuna paura, semplicemente assecondando quelle che sono le sue emozioni, le sue sensazioni, ciò che prova esattamente in quel momento.
E anche lei, come chi guarda dall’esterno, inizia ad avere un’idea precisa di ciò che sta realizzando quando questa è già in larga parte presente sulla tela. E solo a questo punto, quando l’idea comincia ad assumere una forma concreta, Sofia inizia a vedere ciò che il quadro stesso le suggerisce: vede ciò che va sottolineato, ciò che va modificato, eliminato, enfatizzato; è uno scambio bilaterale tra l’artista e la sua arte.
Non è solo chi crea che determina la sua opera, ma è l’opera stessa che si plasma da sola. È il momento migliore questo a detta di Sofia: quello in cui il suo quadro si rivela a lei, e lei può finalmente apprezzarne il contenuto, l’idea, la forma; ovviamente tutto ciò è sempre stato dentro di lei, ma assume una struttura ben definita solo quando appare sulla tela in tutta la sua concretezza.
È vivendo in simbiosi con l’arte che questa acquista valore, perché rappresenta la parte più interiore di chi la forma.
I quadri di Sofia sono delle vere e proprie opere d’arte, un accessorio di estremo lusso per rendere preziosi gli ambienti che vogliamo valorizzare.
Le raffigurazioni di scene legate alla quotidianità
Ciò che maggiormente Sofia Roka ama dipingere è la quotidianità: scene di vita vera, rese in qualche modo ancor più tangibili tramite la sua arte. Non solo, nelle sue opere convive l’amore per l’astrazione e una tendenza al rispetto delle proporzioni.
Il suo background è infatti quello di artista, ingegnere ed amante della spiritualità: tutto ciò che lei è e ciò che rappresenta convive nella sua arte, che viene ulteriormente arricchita di significato grazie a tutto questo.
Prendiamo ad esempio Rooms and Chairs, opera realizzata nel 2014: rappresenta una camera da letto, con tre tavoli disposti lungo la stanza, ognuno dei quali è accompagnato da alcune sedie, e dal piccolo letto addossato alla parete. Le sedie discostate dai tavoli, spostate e poi non risistemate accuratamente, il letto spinto contro l’angolo della parete per fare spazio ad altro, ci restituisce un’idea di realtà, di vivere quotidiano. Qualcuno è stato in quella stanza, probabilmente un gruppo di persone, ha chiacchierato, riso, forse si è persino divertito sotto quella patina di mondanità obbligata che caratterizza la riunione di certi gruppi, e poi se n’è andato, lasciando il riordino ad un momento successivo, futuro.
Le sedie sono rimaste esattamente com’erano dopo che qualcuno vi si è seduto, in una rappresentazione artistica della scia che quotidianamente lasciamo dietro di noi.
Molto più recente, realizzato proprio in questo ultimo anno (2021) è Magic Yard, l’immagine di una stanza vista, apparentemente, attraverso la parete di un acquario. Non si capisce se le piante si trovano all’interno dell’acquario insieme ai pesci, o piuttosto nella sala stessa; in realtà le due cose non sono scollegate tra loro, tutto è unito in un’unica realtà. Le due sedie poste davanti l’acquario appartengono a due persone che stavano guardando verso di esso, ma che ormai se ne sono andate; e noi ora possiamo solo osservare quella stanza vuota, che non ha confini netti e non si separa da ciò che la circonda. Anche la scala in fondo alla sala dà su un posto non meglio definito e dai colori sfocati, quasi fosse immerso nell’acqua anch’esso.
Fishnet, realizzato nel 2020, rende a prima vista il quadro di un panorama al tramonto: le quattro barche a vela ormeggiate, il sole rosso fuoco che si staglia imponente sopra il mare, al fianco del monte, l’acqua, placida e azzurra, i rami verdi che si affacciano dall’angolo. Una scena immobile ma dinamica, che ci incanta nella sua semplice quanto disarmante bellezza.
Ma poi, in primo piano eppure non così visibile immediatamente, vediamo i pesci che guizzano, alcuni sul pelo dell’acqua, altri più mesti all’interno della rete da pesca. Il mondo è fatto di questo: di bellezza disarmante e al suo fianco di crudeltà e orrore. La bruttura è presente sempre, anche quando non la vediamo chiaramente. Esplicativo di questo è poi uno dei pesci liberi, che salta puntando dritto verso la rete.
Love, creato nel 2019, raffigura una coppia seduta ad un tavolo. Una scena assolutamente normale, qui mostrata con tutti i sentimenti che si nascondono dietro questo semplice gesto. Nei loro occhi si legge passione, i visi sono protesi l’uno verso l’altro, ma c’è anche silenzio; non c’è accenno di parola, solo sguardi. I due volti non sono vicini, tra di loro un calice ed un bicchiere. Lei è circondata dalle sue speranze, adornata con gioielli, ma sotto il suo occhio c’è una lacrima nascosta. Lui se ne sta al suo posto, quasi senza espressione. Saranno amanti? Amici che in segreto si amano? O una coppia sposata da tanti anni? È difficile a dirsi. Sembra quasi di essere lì, con loro al bar, e di scrutarli da lontano cercando di indovinare chi siano, che cosa pensino, che cosa facciano.
Queste sono alcune delle opere principali di Sofia, clicca qui per vedere tutte le altre opere d’arte.
La bellezza delle sue opere
La bellezza delle sue opere sta dunque in questo: nell’unione tra quotidianità e spiritualità, che è in fondo proprio ciò che caratterizza la realtà che ci circonda; ciò che vediamo e ciò che sentiamo, e Sofia Roka riesce a rappresentare entrambe le dimensioni assieme.
La figura femminile, rappresentata come figura al tempo stesso ultra-terrena e reale, è spesso al centro delle sue opere: basti guardare Flower Hat, realizzato nel 2020, che rappresenta una donna con un grande cappello. Metà del suo volto è ben visibile e si mostra al mondo, con il suo occhio aperto e vigile controlla ciò che la circonda. Ma l’altra metà è nascosto, trasparente, con l’occhio chiuso, abbandonata a sè stessa. E dall’alto qualcuno la guarda, forse la giudica per le scelte fatte.
Davanti a sé l’uccellino le porge un fiore, simbolo della dolcezza, della natura, di ciò che di buono e delicato c’è nel mondo. Dietro di lei il gatto, simbolo dell’indipendenza, della sicurezza in sé stessi, di ciò che devi necessariamente mostrare al mondo esterno per sopravvivere.
Anche Woman and Birds, quadro del 2013, pone la donna al centro di tutto. La figura femminile unisce qui tutti gli elementi presenti: il mare, il cielo, la casa. Il mare ai suoi piedi è pieno di vita: i pesci, la medusa, le alghe scorrono placide sotto di lei, senza toccarla, come se anche lei fosse una creatura acquatica. Anche il cielo è pieno di uccelli, uno dei quali poggia tranquillo sulle sue gambe; lei appartiene anche a quel mondo, appartiene a entrambe queste realtà in egual modo. È una creatura celeste, eppure assolutamente terrena.
Dietro di lei si staglia invece un tunnel, rappresentativo del vero mondo in cui essa vive. Un tunnel fatto di pareti, di cemento, di mani umane. In fondo però presenta un’uscita, ma dove questa porti non è possibile vederlo.
Anche la ballerina rappresentata nel 2021 in Soul Dance, che si sistema i capelli nella sua stanza, davanti alla finestra chiusa con il tramonto sullo sfondo, ci rende un’idea di realtà nuda e cruda: la bellezza apparente in contrasto con la preoccupazione che le si legge nello sguardo per l’imminente spettacolo che sarà dato, e di cui essa sarà inevitabilmente parte.
La rappresentazione della realtà esattamente per come essa si presenta, cioè un insieme di sfaccettature belle e brutte, è il punto di forza delle opere d’arte di Sofia Roka. La spiritualità e la realtà terrena, unite in un binomio imprescindibile, si possono trovare in tute le sue raffigurazioni, dove si coniugano alla perfezione, e dove si trovano unite alle gesta quotidiane che caratterizzano la vita di tutti noi.
Comprare un pezzo di Sofia Roka significa portare in casa propria o nell’arredamento di un nuovo ufficio uno spaccato della quotidianità nuda e cruda, esattamente come essa si presenta.